Astroganga è una serie animata giapponese co-prodotta dalla Toei Animation e dalla Knack Production e trasmessa per la prima volta nel 1972. È stata la prima serie robotica a colori giapponese e segue le avventure di un robot gigante chiamato Astroganger (Astroganga nel doppiaggio storico italiano), creato per combattere i nemici che minacciano la Terra. La serie è divisa in 26 puntate da 25 minuti ciascuna ed è stata diretta da Masashi Nitta. La serie ha ispirato molte altre serie di robot e mecha nel corso degli anni e ha anche avuto un impatto duraturo sulla cultura popolare giapponese. Sebbene sia stata originariamente trasmessa negli anni ’70, Astroganga ha mantenuto una base di fan fedele e continua anche oggi, a distanza di tempo, ad essere amata dai fan degli anime e dei robot di tutto il mondo.
Categoria | Super Robot |
Nome Robot Originale | Astroganger |
Nome Robot Italiano | Astroganga |
Titolo Anime | Astroganger |
Autore | Tetsuhisa Suzukawa |
Regista | Masashi Nitta, Kentaro Yoshida |
Casa di produzione | Toei Animation e Knack Production |
Anno uscita (Giappone) | 4 ottobre 1972 – 28 marzo 1973 |
Anno uscita (Italia) | marzo 1980 |
Numero Episodi | 26 |
Trama
Una scienziata aliena di nome Maya precipita rovinosamente sulla Terra con la sua navicella spaziale dopo essere fuggita dal suo pianeta natale, Kantarus, poco prima che venisse distrutto dai Blaster, una spietata razza di invasori spaziali che ruba le risorse naturali dei pianeti conquistati, ossigeno in particolare, distruggendo così l’ambiente biologico del pianeta stesso. Sulla Terra Maya viene soccorsa da un giovane scenziato umano, il famoso astronomo Tetsuo Hoshi, di cui si innamora. I due daranno alla luce un bambino, Kantaro (Charlie nel doppiaggio storico italiano) in memoria del pianeta di origine di Maya. Purtroppo a distanza di qualche anno dalla nascita di Kantaro, Maya muore a causa dell’esposizione devastante alle radiazioni di un’arma micidiale con cui era stata colpita dai blaster durante la sua fuga. Fortunosamente Maya riesce scappare portando con sé un lingotto metallico costituito da un metallo vivente da cui prenderà vita Astroganger (Astroganga nel doppiaggio storico italiano), il robot che sarà in grado di difendere la terra dai Blaster. Lo speciale metallo ha la capacità di crescere e svilupparsi nutrendosi del calore ad alte temperature e può assumere qualsiasi forma se adeguatamente trattato durante il periodo di accrescimento, così Maya e Tetsuo, dopo averlo programmato, depositano il lingotto all’interno di un vulcano sottomarino attivo lasciando che lo stesso si accresca e si sviluppi nel corso del tempo. Trascorsi 10 anni dall’arrivo di Maya e dalla nascita di Kantaro, mentre per Maya sono gli ultimi istanti di vita, il metallo vivente completa il suo processo di trasformazione prendendo la “forma” di un robot alto 40 metri e pesante 20 tonnellate, Astroganger per l’appunto. Poco prima di morire Maya racconta delle sue origini al piccolo Kantaro, gli svela l’esistenza dei Blaster e di Astroganger, il perchè stesse ormai morendo e consegna a Kantaro e Tetsuo due sigilli, uno da apporre sul petto di Astroganger e l’altro per Kantaro. Grazie ai sigilli Kantaro potrà chiamare a sè Astroganger ogni volta che lo vorrà e fondersi con esso per difendere la Terra dai nemici invasori. Quando dieci anni dopo i Blaster si apprestano ad invadere anche la Terra, Kantaro è dunque pronto per affrontarli e sconfiggerli con l’aiuto di Astroganger.
Il Robot
In ordine cronologico dopo Astro Boy (1959) e Super Robot 28 (1963), Astroganger (1772) è il terzo Super Robot a fare il suo debutto nella storia dell’animazione robotica, ma è anche il primo robot giapponese a debuttare in una serie TV a colori (4 ottobre 1972). Con Astroganger e dopo Astroganger nulla sarà più come prima. Da lì a un paio di mesi dopo (3 dicembre 1972), sarà la volta di Mazinger Z, robot che consacrerà definitivamente la nascita del filone robotico dell’animazione giapponese e mondiale. Tuttavia, Astroganger, non solo è stato precursore del filone robotico, ma è rimasto unico nel suo genere, tanto che potremmo definirlo un genere specifico nel genere dei Super Robots.
Ganger infatti, a differenza di tutti gli altri robot, non è un robot meccanico pilotato da un essere umano, ma un robot senziente, un essere vivente a tutti gli effetti, dotato di una propria autonomia di pensiero ed azione, anche se fatto di uno speciale metallo alieno portato sulla terra da Maya durante la sua fuga dai Blaster. Come la stessa Maya spiega nel secondo episodio della serie animata, il metallo stesso è un organismo vivente in grado di moltiplicarsi e di assumere qualsiasi forma si voglia, se adeguatamente programmato così, se non fosse che il suo corpo è fatto di metallo e che è dotato di una specie di motore-turbina posizionata sul suo dorso, sarebbe arduo poter definire Ganger un robot. Astroganger non è dotato di meccanismi interni. Il fatto stesso però che Ganger sia un robot senziente in grado di parlare, provare sentimenti ed esprimersi come un qualsiasi essere umano è una peculiarità straordinaria per un robot, super per l’appunto, che fa di Ganger un Super Robot gigante a tutti gli effetti. La capacità di provare sentimenti quali rabbia, dolore, ira, empatia lo rendono unico e insuperabile, un robot al di fuori del comune, specie quando si fonde con Kantaro, il bambino co-protagonista della serie. I Super Robot sono robot con armi e caratteristiche fanta-scientifiche, che con la tecnologia attuale o futuribile non potrebbero mai essere realizzate (fino a prova contraria), per questo se Ganger può essere annoverato nella categoria dei Super Robot è proprio grazie a questa sua peculiarità straordinaria di essere un robot senziente e di poter entrare in simbiosi con il suo “pilota”. Kantaro è l’unico a potersi fondere con Astroganga perchè è per metà alieno originario dello stesso pianeta da cui proviene il metallo di cui è composto Ganger.
Per di più Astroganger non è un robot che viene pilotato da un essere umano, almeno non nell’accezione comune del termine, ma è un robot che entra in simbiosi con un essere umano, non per essere guidato, ma per raggiungere il massimo della sua potenza e abilità. Maya infatti, sempre nel secondo episodio della serie, utilizza l’espressione “fornire l’intelligenza umana” al robot per spiegare come mai è necessario che Astroganger entri in simbiosi con Kantaro per poter essere efficace nella lotta contro i Blaster. Dice anche che l’intelligenza umana è l’unica dote che la scienza non può fornire ad un robot e che farà di Astroganger un robot praticamente invincibile. La forza di Ganger unita all’intelligenza di Kantaro. Certo oggi sappiamo che la scienza sta muovendo grandi passi verso l’intelligenza artificiale che si avvicina sempre di più a quella umana, ma siamo ancora lontani dal risultato finale e magari mai ci arriveremo e per di più generare un processo di simbiosi tra una macchina ed un essere vivente è ad oggi un qualcosa di fantastico ed irrealizzabile; ecco dunque che Astroganger, nella fantascienza della narrazione, raggiunge la sua massima potenza e abilità quando entra in simbiosi con il giovane Kantaro, diventando praticamente imbattibile nella lotta contro i Blaster. Ganger è un robot senziente, dotato di una enorme forza fisica, può anche volare, ma senza l’apporto di Kantaro, perde rapidamente la forza di volontà e non riesce più ad aver il perfetto controllo di se stesso durante i combattimenti. Astroganger dunque non è il classico super robot pilotato da un essere umano, ma un vero e proprio essere vivente, oseremmo dire un simbionte, che necessità dell’apporto di un altro essere vivente per poter sopravvivere.
Il processo di simbiosi avviene per mezzo di due sigilli che Maya ha costruito e che consegna al marito Testsuo e a Kantaro in punto di morte. Uno dei due sigilli deve essere apposto sul petto di Astroganger, mentre l’altro è in possesso di Kantaro che deve uitilizarlo per chiamare a se Ganger e avviare il processo di assimilazione. Kantaro viene dunque “assimilato” dopo essere stato trasformato in energia dal raggio di teletrasporto emanato dal sigillo che l’automa porta sul petto. Il processo di simbiosi può anche essere invertito, così Kantaro alla fine di ogni combattimento può ritornare alla sua forma originale di bambino, mentre Ganger torna a riposarsi all’interno del vulcano sottomarino per ripararsi attraverso il processo di rigenerazione.
Il metallo di cui è composto Astroganger è infatti l’altra caratteristica che lo rende un robot sui generis. Tale metallo è in grado di conformarsi, di crescere e rigenerarsi stando vicino ad una fonte di calore molto elevato come quella di un alto forno e, nel caso specifico, è il calore fornito da un vulcano sottomarino attivo a dare forza e nutrimento ad Astroganger. La scelta del vulcano sottomarino come fonte di calore alternativa a quella di un alto forno per le lavorazione di un metallo non è causale ed è un’idea di Tetsuo che in questo modo trova la soluzione adatta a far sì che il metallo possa svilupparsi e mutare nella forma finale di Astroganger in gran segreto, senza che nessuno ne venga a conoscenza prima del tempo, men che meno i Blaster. Astroganger utilizza il vulcano anche come base dove rifugiarsi per le riparazioni, tra un combattimento e l’altro: solo il calore del vulcano gli permette di rigenerarsi e riacquistare l’energia perduta dopo ogni combattimento. Questo procedimento di crescita e di rigenerazione della struttura metallica attraverso la cattura dell’energia vulcanica è una peculiarità che rende narrativamente originale ed interessante la storia di Astroganger rispetto a qualsiasi altro super robot, offrendo sempre nouovi spunti e garantendo continuità alla storia stessa.
Geniale poi l’idea adottata di giustificare la trasformazione del metallo vivente nel robot Astroganger attraverso la sua programmazione da parte di Maya. Senza sarebbe stato difficile spiegare come il metallo potesse da solo assumere la forma di un robot ed in particolare di Ganger semplicemente deositandolo ai piedi di un vulcano sottomarino attivo. Perchè avrebbe dovuto assumere la forma di un robot e non di un qualsiasi altro oggetto o essere vivente? Come spiegare poi l’innata sensibilità e il senso di giustizia del robot senza una qualche forma di intervento esterno? La scelta della programmazione allora diventa anche un modo (supponiamo) per rimarcare il concetto che quello che abbiamo difronte è comunque un robot e al contempo è la soluzione che spiega come il metallo vivente sia stato educato alla sensibilità e alla giustizia. Il metallo sarà depositato ai piedi del vulcano per consentire il processo di accrescimento, solo dopo essere stato adeguatamente programmato. Il termine programmazione poi è utilizzato con un’accezione ampia: non si tratta della classica programmazione attraverso un computer su cui viene digitato del codice, quanto piuttosto di una vera e propria manipolazione. Nel famigerato secondo episodio vediamo Maya “programmare” il lingotto di metallo intarsiandolo con uno scalpello, facendo “strani segni” su di esso.
Osserviamo poi l’aspetto del robot in sé. Ganger è molto differente per tipologia dalla maggior parte degli altri robot che l’hanno seguito: il suo aspetto è nel complesso decisamente umanoide. Il suo volto è nelle caratteristiche principali simile a quello di un umano: è dotato di occhi, bocca, naso che gli consentono una mimica facciale molto spiccata.
Non è dotato di armi nè di abilità speciali come i classici super robot che al giorno d’oggi siamo abituati a vedere, se si escludono la capacità di volare, parlare, pensare e provare sentimenti. Astroganger deve fare affidamento solo su sé stesso, la sua forza e l’intelligenza di Kantaro per vincere le battaglie.
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